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In ricordo di Massimo Bertolucci
di Guglielmo Sonnenfeld

San Vito - Chiesa nuova - Lunedì 24 gennaio 2022 Dopo i canti della figlia Sayonara e il ricordo della compagna Silvia

Chi era Massimo? Era un sognatore?
Certamente appariva tale, almeno agli occhi di coloro che si considerano realisti ed hanno accettato la vita così come si è loro presentata dopo l’abbandono dei sogni dell’adolescenza, abbandono considerato, a torto, un passaggio indispensabile nella crescita verso la maturità.
Con Massimo, noi del Tondo (Cesare, Alberto, Fabio, Gianluca, Felice, Giovanna, Lisa, Maddalena, Tiziano, Patrizio, ecc…) abbiamo condiviso quello che allora era propriamente un sogno: l’obiettivo di riaprire all’uso pubblico a servizio del quartiere, il vecchio Centro Sociale di via G.B. Giorgini che conteneva la Biblioteca, chiusa da anni, con i libri donati dal Consiglio di Fabbrica della fabbrica Cantoni al momento della sua chiusura.
La gestione della Biblioteca che battezzammo “Fondo Cantoni”, era per noi un’opportunità per porre il problema all’attenzione del Comune di Lucca, ed ottenere così la riapertura al quartiere del Centro Sociale.
Per Massimo la biblioteca ed i libri erano parte essenziale del suo intenso e caparbio dopo lavoro volontario, che svolgeva sempre accompagnato dal suo ironico sorriso che nascondeva, ai nostri occhi, le ragioni ed i motivi che lo spingevano a tanto.
Tutte le volte che ci riunivamo nella biblioteca che aveva trovato provvisoria collocazione nei locali della ex circoscrizione 2 in via F. Simonetti, per discutere e programmare le attività, Massimo non si sedeva con noi, ma utilizzava quel tempo per sistemare i libri sugli scaffali, togliere, mettere i nuovi e riordinare. Interveniva soltanto quando la discussione si incanalava nel concreto del fare.
Quando gli ho chiesto, prima della pandemia:” ma per te, la biblioteca, così sistemata, rinnovata ed ordinata grazie al tuo costante lavoro ed alle migliaia di libri che hai saputo recuperare, ha un valore economico? Per dirla breve, ti aspetti che il Comune (che ne è formalmente proprietario) ti riconosca anche economicamente quel tuo lavoro volontario?”. Mi ha risposto con il suo sorriso ironico, come per dire, “ma che domande mi fai Memo?”
Massimo, ultimamente, lavorava alla ditta Baldassarri che produce cavi elettrici, e, sistematicamente, con cadenza mensile, o al mattino (entrava alle 10) o alla sera (usciva alle 19.00) andava, con la sua panda bianca prima serie, a recuperare centinaia di volumi dismessi da Mercatopoli dopo l’esposizione alla vendita. Libri probabilmente destinati al macero, ma che in buona parte conservavano il fascino dei romanzi di recentissime edizioni. Successivamente, insieme ad Alberto, lavorando anche dopo cena, selezionava quei libri per arricchire ed aggiornare gli scaffali della biblioteca. Quindi, era un amante dei libri o un fautore del riuso? Certamente a questo punto potremo definirlo, pur rilevando l’apparente contraddizione, un sognatore molto concreto.
Il sogno di Massimo si precisa ai nostri occhi con l’ultima recentissima iniziativa da lui promossa: “Il quartiere dei balocchi”. Nel messaggio di domenica 12 dicembre Massimo scrive così agli amici del Tondo per distribuire il volantino alla scuola materna ed all’elementare: “ Giusto come promemoria. Martedì mattina (ndr.14 dicembre) ore 7,30 sotto casa mia fino alle 9. Mi raccomando puntualità o addirittura leggero anticipo”. Il volantino invitava i ragazzi a recarsi (il testo è di Massimo) “mercoledì 5 gennaio dalle ore 17 alle 19 davanti al nuovo Centro Civico di San Vito, Bambini ricevete gratis un giocattolo o un libro per voi, basta portarne uno per donarlo, scambiarlo o riciclarlo, perché un giocattolo o un libro vive anche 1000 volte se trova chi gli vuole bene, quindi educhiamoci al dono, allo scambio, al riciclo e al riuso”.
Quando abbiamo distribuito il volantino del Quartiere dei Balocchi ai ragazzi ed alle ragazze della Media Chelini, nel folto gruppo in attesa dell’apertura dei cancelli, si è distinto uno studente che, dopo averne letto il contenuto si è compiaciuto dell’iniziativa. Terminato il volantinaggio, con Massimo, ci siamo intrattenuti a commentare positivamente come i giovani avevano accolto quel volantino: solo pochissimi erano stati gettati a terra e due strappati con disprezzo. Memori della nostra iniziativa annuale “puliamo San Vito”, ci siamo allora messi a raccogliere quei pochi foglietti da terra per gettarli nell’apposito cestino posto all’interno del piazzale d’ingresso.
Abbiamo poi saputo che quel ragazzo che si era complimentato per la nostra iniziativa, ci osservava da una finestra della scuola mentre, noi vecchietti, facevamo quell’opera di pulizia. Una volta giunto a casa, piangendo, ha raccontato alla madre l’episodio come una brutta storia della quale era stato testimone, nella quale un bel gesto di bontà veniva calpestato e sconfitto dalla cattiveria di alcuni.
Ci sentiamo a questo punto in dovere, non solo noi amici del Tondo, ma penso tutti coloro che portano nel cuore un pezzo della storia di Massimo, di mandare un messaggio chiaro a quel ragazzo: “ La festa del dono, Il Quartiere dei Balocchi” si farà. Perché non ci si deve fermare davanti a chi vuole distruggere i sogni degli adolescenti.
A nome degli amici del Tondo, concludo dicendo che il nostro obiettivo non si esaurisce con la riapertura all’uso pubblico del Centro Civico di San Vito. (Sinceramente avevo già detto a Massimo che mi avrebbe dovuto sostituire per gestire al meglio la nuova fase rivolta alla gestione. Ma così non è, non possiamo che il sogno di Massimo muoia con lui).
A tutti noi resta il compito di far diventare il Centro Civico non un luogo al quale ci si rivolge solo per chiedere (un’aiuto, un’intercessione rivolta a chi ha il potere di concedere), ma il luogo della relazione, nel quale ci si ritrova per condividere insieme la gioia del dono, il piacere del dono direi, in riferimento alla “concretezza”. Un luogo nel quale, chi più ha da dividere, più è felice, come ci ha fatto capire Massimo.
Facciamo nostro quel sogno perché la morte non chiude la storia.
Nel solco e nello spazio aperto dal Tondo sono nate iniziative quali La Casa del Quartiere coordinata dall’architetto Gianluca Bacci, il gruppo letture libere stimolato dallo scrittore Damiano Battistoni e ultimamente, partecipata sentitamente anche on line, l’iniziativa Poesia e Scrittura, promossa dalla prof.ssa Flora La Selva e dalla figlia Chiara. Tramite i contatti intrecciati abbiamo raccolto molteplici testimonianze di affetto e condivisione nel lutto per la scomparsa di Massimo, sentimenti che qui vorremo consegnare alla figlia Sayonara ed alla compagna Silvia.
Ringraziamo Don Piero e la comunità parrocchiale per averci accolto in questo luogo.