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Massimo Pierini annuncia la nascita del nuovo progetto progressive "Horses of Neptune"
articolo pubblicato 08-08-2022


Massimo Pierini è un compositore eclettico nato a Lucca, chitarrista, cantante, arrangiatore e produttore indipendente attivo in ambiti quali il jazz, progressive rock, art rock, ambient, musiche per film e documentari.
Polistrumentista, in studio suona spesso anche basso, synth, percussioni. Spirito libero si è dichiarato spesso contrario alle competizioni musicali e, nonostante una apertura mentale non comune in fatto di generi musicali, favorevole alla conservazione dei linguaggi musicali tradizionali.
Fin da giovanissimo (circa otto/dieci anni) si appassiona alla musica Progressive Rock ascoltando gruppi di importanza storica come Jethro Tull, Le Orme, Genesis, PFM, Van Der Graaf Generator. Si forma da autodidatta sulla chitarra classica indirizzandosi, per quanto riguarda il suonare, a musiche tecnicamente meno complesse ma non certo di minor valore storico-artistico come soul-blues, boogie woogie, pop-rock di livello artistico. In pratica la canzone internazionale in lingua inglese.
In età matura riemerge l'amore per linguaggi musicali lasciati indietro come rock progressivo, ambient, jazz e classica.
La modalità scelta per trattare tutti questi generi è la creazione di progetti separati, gestiti con sapienza dal Nautilus Studio, produzioni musicali.

Studia informatica e inzia a sperimentare le possibilità musicali del circuito SID del Commodore 64. Un circuito programmabile rimasto leggendario, creato dall'ingegnere Robert Yannes che poi fonderà la Ensoniq.
Dapprima trasferisce alcuni arpeggi minimalisti creati sulla chitarra al computer per farglieli eseguire:

«mi incuriosiva l'idea di far suonare i miei arpeggi al computer e di poterli ascoltare con suoni diversi. In questo modo alcuni di essi mi sembravano più interessanti»

poi man mano che si addentra nelle possibilità di questo circuito, comporrà altri pezzi più sperimentali ma sempre affascinanti e collocabili forse nel genere ambient (come Briny, Shea e Bass Praga), che sfruttano più a fondo la programmabilità del circuito SID ed i suoi effetti.  Man mano prese forma un lavoro (un insieme di brani) che chiamò Images (immagini di un presente futuribile).

«Images era una serie di piccoli quadri musicali, dal sapore minimalistico ed immaginifico al tempo stesso, ispirati alla astronomia, che ho amato sin da bambino e ai racconti di fantascienza; musicalmente alcuni brani sono influenzati dai preludi e fughe di Bach, infatti alcuni di questi li denominai "raptus" facendoli seguire da un numero, ma in genere sono brani che definirei contemplativi ed estatici, direi gradevoli all'ascolto, un lavoro giovanile ma fondante a cui mi sento tuttora legato».

Oggi Massimo Pierini è un compositore apprezzato, che scrive tutte le parti dei suoi pezzi, polistrumentista, creatore di progetti musicali come il nuovissimo progetto di Progressive Rock "Horses of Neptune" di cui parleremo tra poco, ha creato un piccolo studio privato il Nautilus Studio che usa per produrre i suoi progetti insieme ai musicisti suoi collaboratori

«In effetti è quasi paradossale... sono partito come autodidatta suonando ad orecchio chitarra e pianola e scrivendo canzoni a getto continuo, poi a venticinque anni ho dato gli esami alla SIAE e lì è cominciata una svolta...  oggi mi ritrovo a scrivere tutte le parti quasi come se si trattasse di musica classica!
nel '92 ho creato il mio primo sistema MIDI che mi consentì di sviluppare le mie doti di arrangiatore. Nel 2003 ho pubblicato il mio primo album autoprodotto.
A partire dal 2006 ho migliorato la mia comprensione di uno strumento come la batteria, che mi aveva affascinato sin da bambino e di cui in genere gli autori si disinteressano lasciandolo interamente ai batteristi.

Ho collaborato con un paio di bravissime cantanti del nord italia producendo il mio brano jazz "Look Look Look" ed alcuni brani vicini al progressive rock "Run Away from Martian Spiders" e "I See a Shadow".
E' la mia innata curiosità che mi ha portato avanti, il desiderio di migliorarmi sempre... il bello della musica è che non si finisce mai di imparare, perciò non c'è modo di annoiarsi»

Horses of Neptune 


«E' un progetto per il futuro ma che viene da lontano...  nasce dalla determinazione di produrre un gruppo di brani in prevalenza strumentali, che scrissi nell'anno in cui persi mia madre, un anno in cui mi trovavo in uno stato d'animo particolare: mi sentivo come distaccato dal mondo ed avevo la sensazione che le parole non avessero senso.
Sono brani che ho lì da molti anni ma che non avevo mai considerato di pubblicare non sapendo bene che uso farne... in che progetto collocarli. Non mi andava di creare una band progressive.
Tra l'altro c'è questo aspetto personale, intimo, quasi spirituale... in diversi di essi avevo usato suoni di alcuni strumenti esotici come il sitar ed il koto.
Sono sempre stato consapevole della qualità di questi brani ma desidero produrli bene. Ero coinvolto anima e corpo in altri propgetti mentre questo è un tipo di musica che ti assorbe, che richiede tempo e dedizione.
Per il momento ho deciso di produrre un brano pilota del progetto, o forse due, uno di sicuro sarà, Dry Floor and Clean Sea uno dei pochi brani che hanno un testo, forse anticipato dallo strumentale October
A questo farò seguire il primo album di brani prevalentemente strumentali di cui parlavo.
Il titolo del progetto Horses of Neptune deriva in parte dal mio interesse per la mitologia, dal mio legame con l'acqua.
Inoltre  "The Horses of Neptune" è il titolo di un quadro del pittore Inglese, Walter Crane. Rappresenta per me l'immagine di una forza della natura irrefrenabile, che non si può contenere, un po' come l'ispirazione artistica
»


   


Per Massimo Pierini il progressive Rock non è il modo di rappresentare "mondi di sogno", bensì il modo di calarsi in profondità nel nostro essere e di affrontare alcuni dei problemi in cui siamo immersi come genere umano senza cadere nella bonomia ma anzi ove necessario, affilando i coltelli della critica filosofica e sociale, ponendo domande scomode.

«Dry floor and clean sea parla di come ci siamo incartati da soli, finendo su un pavimento asciutto, come pesci improvvisamente incapaci di respirare. Non mi interessa la politica e nemmeno la felicità a cui non ho mai creduto... queste cose le lascio ai superficiali... le domande mi interessano più delle risposte... delle risposte facili non mi fido e non mi accontento, vorrei stimolare le persone a porsi delle domande e non a credere ciecamente a ciò che gli viene propinato come verità o come stile di vita a cui non è lecito sottrarsi»

Abbiamo terminato l'excursus su questo artista sicuramente rilevante sia creativamente che per la sua cultura storica del genere progressive, chiedendogli come si svilupperà il progetto "Horses of Neptune".

«Per il momento Horses of Neptune è solo un progetto discografico.
La musica progressive è una musica di nicchia non particolarmente richiesta e contemporaneamente produrla richiede sforzi economici e di tempo non indifferenti.
Senza alcun tipo di ritorno economico e sulla scorta della sola passione è molto difficile decidere di farla. Diciamo che bisognerebbe farla conoscere alle nuove generazioni ma di questo dovrebbero incaricarsi giornalisti e dj radiofonici.
Sto cercando di capire col poco tempo che ho a disposizione che tipo di occasioni ci possono essere per proporla, non mi faccio illusioni al riguardo ma cerco di mantenere un atteggiamento aperto... perché i cavalli scalpitano! Anzitutto pubblicherò i brani inediti del 2002 in un album insieme a Dry Floor and Clean Sea.

Il materiale non  mi manca. Avrei anche dei brani composti in età giovanile registrati in modo avventuroso su vecchie musicassette, con una semplice chitarra, che mi piacerebbe recuperare: ovviamente vanno sviluppati ma per me non sarà un problema. Inoltre ho un po' di nuovo materiale per un concept album su cui per il momento preferisco non svelare niente.
Per il futuro non escludo nessun tipo di sviluppo, per esempio... a parte rari casi, io ho sempre scritto e arrangiato tutto autonomamente, ma proprio per questo mi piacerebbe anche scrivere qualcosa per o insieme ai beniamini della mia infanzia, come Steve Hackett... ma forse rimarrà solo un sogno, perché questo ovviamente non dipende da me.»



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