COME SI FA A DIVENTARE EDITORE MUSICALE?
di Massimo Pierini 18-12-2018
Anzitutto
occorre vedere con quali intenzioni un soggetto voglia fare l'editore.
Se per esempio si tratta di editare solo i propri brani non ha senso,
in quanto l'autore ha il diritto di pubblicare e quindi editare il
proprio materiale e metterlo in vendita, senza diventare un editore.
ovviamente siccome è una attività economica, l'autore che opera in
proprio deve pagare le tasse come in qualsiasi altra attività economica
e, a meno che non abbia entrate al di sotto della soglia di povertà,
avere un a partita IVA e meglio ancora una iscrizione alla Camera del
Commercio.
Inoltre
l'editore non è un soggetto che può editare i brani di un solo autore
bensì un soggetto che lavora obbligatoriamente con un numero
consistente di autori e da vita ad un numero elevato di edizioni
diverse.
L'editore è colui che attraverso contratti stipulati
con diversi autori tiene per sé al massimo 12 ventiquattresimi per i
diritti di pubblica esecuzione (es. per le esecuzioni live) e il 50% di
quelli di riproduzione fonomeccanica (es. per l’incisione in cd/dvd).
Gli
autori concedono questi dividendi ovviamente ad editori credibili che
sanno produrre buoni profitti ed in tempi certi, forti della loro
esperienza dei loro contatti e della loro struttura organizzativa. In
altre parole l'editore è un imprenditore che deve saper far fruttare
economicamente la musica prodotta dagli autori.
Se si intende essere dei veri editori occorre:
- Un
bel po' di competenza e capacità organizzativa ed anche un buon
team di professionisti (uno o più legali esperti, commercialista,
ufficio stampa etc.)
- Un capitale di partenza in
quanto l'editore è un imprenditore ed in quanto tale si assume un
rischio economico per ogni contratto che stipula
- Una
grossa capacità di relazione e penetrazione nei negozi e nei media che
permetta a libri, spartiti, cd, dvd di apparire magicamente sugli
scaffali di librerie, supermercati, edicole, negozi di dischi offline
ed online, nonché di passare nelle radio, nelle televisioni e chi più
ne ha più ne metta.
- Quanto detto al punto 3 comporta
che l'editore sia un imprenditore fortemente radicato nel territorio in
cui opera. Per cui aprire all'estero, ha senso se poi si opera
all'estero e si stabiliscono legami con i soggetti locali dove si è
aperto una sede. Non solo per aggirare eventuali maggiori costi o
burocrazie italiche.
- Occorre guadagnarsi una forte
credibilità sociale e questo richiede una inscalfibile integrità
morale, duro lavoro e molto tempo.
Se si è al
di sotto dei 30 anni la SIAE permette di iscriversi gratuitamente come
editore ma ci sono comunque alcune condizioni che si possono consultare
sul loro sito: https://www.siae.it/it/autori-ed-editori/musica/come-iscriversi
Dato
che il rapporto con una Società di Collecting di diritti è obbligatorio
per un editore, per informazioni sull' estero occorre rivolgersi alla
Società di collecting operante in quel paese e ad una camera di
commercio operante in quel paese.
Editori non ci si improvvisa. Ma se si è giovani, preparati e animati da una forte passione, ci si può riuscire.
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