FAQ Musica ed Etichette Indipendenti

Cosa è una etichetta discografica indipendente?
Una etichetta discografica indipendente è una azienda artigiana (può anche essere una ditta individuale creata dall'autore stesso o una associazione no-profit) che realizza produzioni musicali e discografiche agendo assolutamente dentro la legalità, ossia nel pieno rispetto di tutte le leggi e le norme che regolano la materia in oggetto.  Queste etichette si chiamano indipendenti in quanto sono del tutto autonome dalle grandi multinazionali del disco; pertanto elaborano la propria linea editoriale e fanno ogni scelta (artistica, tecnica e commerciale) senza subire il condizionamento economico e culturale della grande industria discografica.

Quale è la differenza tra una grande casa discografica ed una etichetta indipendente?
Vi sono differenze grandissime.
Le case discografiche sono enormi e strapotenti aziende multinazionali nel settore industriale che controllano completamente il mercato al punto di dettarne le regole e purtroppo sempre più spesso anche di sovvertirle secondo il proprio interesse, non di rado facendola franca, data la difficoltà di operare controlli a quei livelli.
Le multinazionali sono responsabili di molte cose che non vanno giù né ai consumatori né agli autori ed interpreti: per esempio dell'alto costo dei CD musicali, cosa che tra l'altro genera la attuale crisi mondiale del mercato dei dischi ed il boom della pirateria.
Autori ed interpreti hanno anche altri motivi di insoddisfazione, per esempio quello di essere economicamente sfruttati, quello di essere manipolati artisticamente e persino nell'immagine, quello di non trovare spazio per veder pubblicata la propria musica, dato il livellamento culturale verso il basso operato della musica commerciale.
Esiste una crisi del disco a livello mondiale che non può che essere imputata alle politiche sbagliate delle multinazionali dato che sono loro a gestire questo mercato.
Addirittura è stato provato che concordavano illegalmente tra loro dei sistemi per mantenere alto e livellato il prezzo dei CD. Un po' come succede per i grandi distributori di benzine.
Si tenga anche presente che queste grosse case discografiche sono proprietarie di decine di altre etichette discografiche più piccole. In pratica spesso il consumatore non sa che acquistando il prodotto di una certa casa discografica minore o che non ha mai sentito nominare in realtà compra il prodotto di una multinazionale. Inutile dire che le multinazionali controllano di fatto la quasi totalità delle stazioni radiofoniche rifornendole di dischi, hanno denaro a sufficienza per fare pubblicità massiccia su giornali, riviste e sulle reti televisive… come vi sarete accorti persino all'interno dei telegiornali. In pratica rappresentano un potere assoluto nel mercato.
Dal canto loro le etichette indipendenti sono appunto indipendenti dalle multinazionali e lavorano in modo del tutto autonomo e spesso in controtendenza con esse. Da un punto di vista dell'assetto sono quindi piccole aziende, oppure ditte artigianali, oppure ditte individuali il cui titolare è un autore che intende pubblicare prevalentemente la propria musica.
Fino a pochi anni fa una attività del genere sarebbe stata impensabile per i costi e gli investimenti che imponeva. Oggi, anche grazie ad Internet, le etichette indipendenti possono provare a giocarsi la partita, rivolgendosi direttamente al pubblico.
La loro filosofia di lavoro è ovviamente distante anni luce da quella che si trova presso le grandi case editrici.
Il bello sta appunto nel fatto che ogni etichetta ha i suoi artisti e può in completa libertà attuare la propria filosofia e dar vita a scelte artistiche in base alle proprie idee, senza subire i condizionamenti del mercato ma anzi proponendo al mercato una musica  alternativa, che altrimenti sarebbe destinata all'oblio.
Diciamo comunque che in generale le etichette indipendenti sono piuttosto orientate a far emergere nuovi talenti, a dare spazio ai giovani o comunque ad artisti che fanno una musica meno commerciale e preconfezionata da quella a cui siamo abituati.

Per un artista quali sono i vantaggi di rivolgersi ad una etichetta indipendente?
Una etichetta indipendente opera con una filosofia diversa e con obbiettivi diversi rispetto ad una casa discografica.
Essa ricerca un prodotto artistico che si diversifica da quelli puramente commerciali che invadono il mercato e tende a privilegiare le idee, il talento, specialmente di artisti emergenti, cercando di farli esprimere liberamente.
L'etichetta indipendente non ha come scopo il possesso delle vite altrui e non cerca di imporre agli artisti stili musicali, look, stili di vita, affinché questi poi li impongano al pubblico più impecorito, non è minimamente interessata ad organizzare e gestire in tutto e per tutto le loro vite e vicissitudini imponendo magari condizioni che per un numero crescente di artisti sono ormai inaccettabili.
Il principale scopo della etichetta indipendente è pubblicare dischi senza imporre troppi filtri.
Gli artisti quindi hanno molta più libertà nel gestirsi artisticamente e non e più possibilità di veder pubblicata la propria musica.
Una etichetta indipendente non può garantire e quindi in genere non promette il successo, semplicemente garantisce un certo supporto, sta agli artisti decidere se questo per loro è soddisfacente o meno. Comunque in genere un artista che lavora con una indipendente ha molta più libertà inclusa magari quella di pubblicare anche con altre etichette.

Quali sono gli svantaggi?
Una etichetta indipendente non può permettersi di considerare gli artisti come soggetti su cui investire.
Questo significa che non saranno spesi centinaia di milioni per promuovere i dischi e non saranno spesi altre centinaia di milioni per distribuirli in tutti i negozi del paese. Poche etichette indipendenti mettono gli artisti sotto contratto. Le tirature saranno di poche migliaia di dischi ma casomai saranno ripetute più volte. Questo permette di dosare il rischio economico che comporta la pubblicazione.
Comunque non tutte le etichette indipendenti operano allo stesso modo, anzi qui la regola è proprio la differenziazione.
Vi sono etichette che lasciano l'incombenza della produzione musicale agli artisti, altre hanno studi di registrazione propri, altre indirizzano gli artisti a studi esterni. Alcune si limitano a svolgere tutte le pratiche relative alla stampa dei CD.
Per la promozione la maggioranza usa solo Internet. Altre instaurano rapporti diretti con alcune radio e televisioni. Qualcuna utilizza buoni vecchi metodi come volantinaggio e locandine.
Per la distribuzione la maggior parte vendono i CD via Internet, alcune lasciano tutto in mano ad autori ed alle band. Ben poche o forse nessuna si avvale delle grosse società di distribuzione. Per cui non ci si può aspettare di vendere milioni di copie.
Diciamo che non si possono avere aspettative gigantesche, ma occorre accettare il concetto di essere "artisti graduali" che chiedono il loro consenso direttamente al pubblico, che quindi propongono il loro lavoro e non lo impongono attraverso i media, avvalendosi di uno strapotere economico destinato a pochi artisti privilegiati.

Come faccio a sapere se una etichetta indipendente è seria?
Probabilmente l'unico modo di saperlo è contattandola, combinando un appuntamento e cercando di capire come opera.
Naturalmente conviene sentirne diverse. Certamente una etichetta seria opera nella piena legalità, rispettando il diritto d'autore e tutte le leggi vigenti in materia di copyright.
Infine questa sarà una opinione personale, ma non crediamo che una ditta che si limita a rivendere agli artisti il servizio di duplicazione dei CD (mastering) possa considerarsi una etichetta indipendente.

Quello di vendere CD attraverso internet non sarà un sogno?
Non lo è e soprattutto non lo sarà. Molte Majors stanno disinvestendo e rinunciando a fornire i loro CD ai canali distributivi che sono troppo costosi, a favore di negozi virtuali. Si consideri anche che a decretare il successo di un artista non è solo la casa discografica ma in maniera molto significativa, le sue esibizioni dal vivo, gli eventuali fan club, un eventuale spazio per interviste nelle radio locali e nelle riviste specializzate.
Una etichetta come la nostra si occupa inoltre di organizzare incontri tra gli artisti ed il pubblico e comunque di far arrivare i dischi in almeno alcuni negozi per ogni città. Certamente una etichetta indipendente difficilmente venderà milioni di dischi o centinaia di migliaia di dischi, normalmente non si pone nemmeno obbiettivi del genere... ma tuttavia anche questo dipende dagli artisti ed in linea di principio, chi può escludere che in prospettiva riesca anche a farlo?
Una cosa è certa il numero di libri e dischi acquistati on line è in forte crescita anche nel nostro paese e questa tendenza non andrà certamente a smorzarsi, anzi tutto il contrario.

Quali possono essere i rischi per il consumatore di musica?
I rischi possono essere quelli di acquistare musica di serie B. Vale a dire con artisti non di grande livello o estro oppure, CD con un livello qualitativo basso sotto il profilo della produzione (es. pochi strumenti, CD interamente elettronici magari con i suoni più improbabili, un mixing eseguito non proprio da ingegneri del suono all'altezza, una qualità audio generale inferiore agli standard di ascolto, molto alti (questo va riconosciuto all'industria), a cui le nostre orecchie sono ormai abituate.
D'altra parte questo rischio è ridotto quasi a zero dalla possibilità, quasi sempre presente, di avere un assaggio dei brani contenuti nel "CD indipendente" in formato digitale (Real Audio, aiff,  Mp3 o altro). La musica indipendente comunque sta attirando l'attenzione anche dei network tradizionali (radio, riviste e TV locali) che sempre più spesso le dedicano spazio. Questo è un grande vantaggio per tutti gli appassionati di musica.


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